Il Caso Psycho Pathia Michele Ginevra su Schizzo
______ Ero, ovviamente, presente (potevo non esserlo?) il giorno in cui Jorge Vacca conobbe Psychopathia Sexualis e il suo autore Miguel Àngel Martìn. Barcellona nel 1994: tradizionale Salone del Fumetto. Eravamo presenti come Centro Fumetto (con lo Schizzo dedicato a Breccia) all'interno del variopinto spazio fanzines. |
______ Jorge ci accompagnava e ci aiutava come interprete e guida in questa mitica città spagnola. Jorge cercava nuovi fumetti, da pubblicare per la sua giovane e minuscola casa editrice Topolin, che avessero la stessa forza provocatrice e dirompente di Hitler SS (1992). Ad un certo punto Jorge, con gli occhi luccicanti, arriva con un albo dalla copertina nera e le scritte gialle e fuxia. Le scritte dicevano cose del tipo "il fumetto più ripugnante mai esistito" e si insisteva molto sulla natura proibita e sconvolgente dell'interno. Lo sfoglio, ignaro di quello che avrei trovato. Con uno stile asciutto, semplice ma gradevole, erano narrate una serie di brevi storie di violenza e perversione sessuale. Il libro era in spagnolo, ma si capiva cosa succedeva. mutilazioni, omicidi e stupri di bambini in un incredibile crescendo finale. Insopportabile. E Jorge voleva pubblicarlo in Italia. Notando la mia reazione schifata, Jorge sorrideva, e per "provocarmi", a sorpresa, mi presentò il suo autore. Un tipetto basso e leggermente paffutello, dall'aspetto tranquillo. Ma i suoi occhi erano di ghiaccio. Probabilmente influenzato da quello che avevo appena visto, immaginavo che mi stesse guardando "professionalmente"... studiando come farmi a pezzi, a fumetti, ovviamente! |
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______ Anche durante il viaggio di ritorno Jorge ribadiva che avrebbe pubblicato il fumetto. Conosco Jorge da tanti anni e ancora rimane per me inspiegabile come possa un argentino, un po' di sinistra, un po' anarcoide, che ha subito gli orrori della dittatura, col mito del Che, possa mettersi ad editare libri come Hitler SS e Psychopathia. Aldilà della voglia di emergere (realizzabile anche con ben altre pubblicazioni) c'è un dato culturale che solo in parte è spiegabile. In particolare è proprio dalla Spagna che arrivano produzioni che vanno molto più in là di noi europei di "tradizione democratica" siamo abituati. Penso a Jaime Martin e ad Anarcoma, ma anche al cinema (commerciale) di Almodovar, dove certe tematiche sessuali sono espresse in modo crudo in contesti da commedia. Dopo la dittatura franchista, per la spagna è iniziata la rinascita intellettuale e culturale. Artisti e autori, come Mariscal, dimostrano grande temperamento e voglia di buttar fuori tutto quello che è stato represso dalla censura per decenni e anche di più. Ecco allora che in Spagna un autore di indubbio talento come Miguel Àngel Martìn richiama positivamente l'attenzione e comincia a ricevere riconoscimenti e, ovviamente, pubblica senza problemi. il terreno di azione è quello delle aberrazioni della nostra società, espresse tramite le tematiche delle mutilazioni organiche e delle deviazioni sessuali. Nascono storie come Keibol Black, Anal Core, Dias Felices e Brian the Brain (in corso di pubblicazione anche in Italia, sempre da Topolin). Incredibile è l'effetto provocato dal contrasto tra l'uso di uno stile grafico semplice ed elegante, che propone personaggi-pupazzetti (e quindi spesso bambini) e il crudo realismo della maggior parte delle situazioni (in alcuni casi fatti di cronaca, o che potrebbero esserlo). Talvolta viene suscitato il disgusto. Altre volte, invece, si rischia di ridere per situazioni grottesche. Ci si potrebbe sbarazzare facilmente di questo autore, definendolo un malato oppure, all'opposto, un genio Ma sarebbe troppo comodo. I fumetti di Martìn rappresentano un'originale chiave di lettura per leggere la follia di questo fine millennio. Occorre però maneggiarli con cautela. ______ Nel 1995 Jorge Vacca dà alle stampe il libro in una tipografia di Cremona. Il tipografo invia l'esemplare d'obbligo alla Procura. Immediatamente, il giorno 8 aprile 1995, scatta il provvedimento di sequestro a carico del libro non ancora rilegato e distribuito. Le forze dell'ordine si recano di notte a casa dello spaventato tipografo per ottenere i dati relativi al relativo editore. Jorge Vacca viene velocemente rintracciato. ovviamente Jorge si oppone al provvedimento di sequestro. Gli avvocati che lo assistono (Avv. B. Groppali e Proc. L. Gnocchi) richiedono il dissequestro sulla base dei seguenti punti: 1) necessità del dissequestro per evitare il danno economico della mancata partecipazione all'imminente Expocartoon; 2)la pubblicazione e l'autore sono stati premiati nel paese d'origine, in particolare le sue tavole sono state esposte con il patrocinio del Ministero della Cultura della Spagna; 3) in Spagna e in altri paesi l'opera è stata ritenuta espressione artistica e «di natura tale da non indurre alla violenza, ma anzi da contrastarla e da prevenirla»; 4) «su essa aveva già scritto una prefazione un critico d'arte, Massimo Galletti, le cui parole paiono appropriate a ...scongiurare il sospetto che i fumetti sequestrati ... possano indurre ad una violenza tanto paradossale e fantastica da non potere in alcun modo essere imitata».
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Ma la sua istanza viene respinta il 16 maggio 1996. Il sequestro attuato «ai fini dell'assicurazione della prova in ordine al reato per il quale si procede e per impedire che il reato sia portato a conseguenze ulteriori» è necessario in quanto sequestro probatorio per accertare i fatti. Inoltre l'opera viene ritenuta idonea a configurare ipotesi di reato. E qui ritorna l'introduzione di Massimo galletti utilizzata in senso opposto a quello della difesa: «è sufficiente ricordare quanto scritto nella prefazione dal critico indipendente Massimo Galletti» che dice » Psychopathia Sexualis è un libro ambiguo e pericoloso. Racconta storie purtroppo vere, accanto ad altre verosimili. Racconta forse la fogna più fogna, il male più male...». _____ Due giorni dopo Jorge Vacca viene rinviato a giudizio dal Pubblico Ministero Antonella Nuovo, «in concorso con persona non identificata che si firma Miguel Àngel Martìn», per i reati di cui agli artt. 81 c.1, 110 e 528 del Codice Penale, in relazione all'art. 15 della Legge sulla Stampa. Jorge rischia il carcere.
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______ Il caso Psycho Pathia richiama l'attenzione dei media; poche le prese di posizione nettamente a favore delle Edizioni Topolin, anche se di rilievo. Manara scrive: «Talvolta si può cadere nell'equivoco di credere che certa letteratura induca a certi comportamenti, quando è vero esattamente il contrario... La letteratura (anche quella disegnata) ha la possibilità di mantenere circoscritte nell'ambito della fantasia quelle ossessioni che altrimenti troverebbero un inevitabile sfogo nella realtà ... L'opera di Miguel Àngel Martìn è uno straordinario esempio di questa letteratura. L'alta qualità grafica, l'atmosfera allucinata da incubo, la lucida e cupa spietatezza priva di compiacimenti estetici fanno di questa opera lo specchio della ... violenza sorda e bestiale, che si potrebbe chiamare psico-patologia se non fosse così tragicamente diffusa nella nostra società». Anche Oliviero Toscani manda un breve messaggio di solidarietà. I temi scabrosi dell'opera suscitano diffidenza, aldilà delle naturali dichiarazioni a favore della libertà di espressione. Si verifica anche qualche piccolo episodio di intolleranza anche a causa del non dimenticato Hitler SS. E' invece la stampa estera, in particolare quella spagnola, a dare rilievo alla notizia, manifestando stupore e sorpresa per la decisione del Tribunale di Cremona. Comincia una lunga via crucis per Jorge che deve tentare di dimostrare il valore dell'opera incriminata e quindi la sua non pericolosità. Le Edizioni Topolin diffondono un comunicato stampa in cui scrivono: «Quale libertà di stampa in Italia? ... nessuno sembra aver capito l'importanza di pubblicare un fumetto così violento, nessuno ha preso in considerazione nemmeno per un attimo il disgusto che si prova nel leggere storie realmente accadute, nel rendersi conto con i propri occhi che ciò che oggi va di moda chiamare "serial killer" ... sono stati in grado di commettere ... ma la violenza non genera violenza, la visione dei fatti genera repulsione, schifo, orridi sentimenti...». ______ La sentenza del Consiglio di Stato che consente la visione ai minori di Pulp Fiction afferma: «Se il contesto è artistico, se le immagini sono oscene ma non generano il classico effetto imitativo, e piuttosto provocano disgusto, l'opera potrebbe generare un effetto catartico e la violenza diventerebbe in questo caso costruttiva e non distruttiva». ______ Viene anche organizzata qualche manifestazione di sostegno, come uno spettacolo teatrale itinerante denominato proprio Psycho Pathia Sexualis e nato all'interno di un centro sociale milanese, e una suggestiva mostra allestita all'interno di un altro centro sociale, dall'associazione Adrenaline. La scenografia è di effetto. Centinaia di persone visitano la mostra in pochi giorni [vedi i "commenti alla mostra"], tra cui molti addetti ai lavori come Sergio Bonelli. Questa volta la solidarietà espressa fa ben sperare. |
______ Il 17 luglio 1996 arriva finalmente l'attesa sentenza del Tribunale di Cremona. E' assoluzione, e «con la formula più ampia, perché il fatto non sussiste». Le motivazioni della sentenza sono espresse in forma complessa, ma meritano di essere sinteticamente riportate, in quanto molto interessanti. Anche in questo caso (vedi articolo Intrepido) mi scuso sia con i lettori, per la difficoltà della tematica, sia con l'estensore della sentenza per le imprecisioni dovute all'esigenza di ridurre il testo. Innanzitutto viene affrontato il rapporto tra l'art. 15 della L. Stampa ed il 528 del Codice Penale. L'art.15 infatti punisce chi commercia, distribuisce, espone pubblicamente, fabbrica, acquista, detiene e mette in circolazione scritti, disegni, immagini, o altri oggetti osceni. «Il legislatore ... ha inteso ... porre un nesso funzionale fra la pubblicazione di stampati contenenti descrizioni di avvenimenti reali o immaginari illustrati con particolari impressionanti ... e il comune senso della morale o dell'ordine familiare». Cioè bisogna verificare l'idoneità offensiva della pubblicazione rispetto al comune senso della morale, l'interesse protetto dalla legge. A questo punto si arriva all'annosa questione se siano o no punibili le pubblicazioni oscene, in particolare quelle pornografiche, anche quando diffuse con particolari modalità di riservatezza. La dottrina e la giurisprudenza sono divise su questo punto, soprattutto sul percorso da seguire per arrivare alla decisione. Un orientamento dottrinale ha elaborato una soluzione che associa il concetto di pudore a quello di libertà personale: «La tutela del pudore si risolve nel garantire il diritto di ogni persona a non essere esposta, suo malgrado, all'esibizione di atti o all'offerta pubblica di» oscenità. Quindi se la persona ha la possibilità di accedere consapevolmente e liberamente a manifestazioni oscene non c'è alcuna offesa al pudore. ______ Ma questa concezione, che a noi potrebbe apparire ragionevole, non può essere accettata come assunto di partenza. Infatti alcune pronuncie giurisprudenziali hanno riconosciuto «che il buon costume ... è un bene-valore proprio della collettività e costituisce un patrimonio ideale e morale comune tanto rilevante da COSTITUIRE UN LIMITE ALL'ESERCIZIO DI DIRITTI DI LIBERTA', QUALI LA LIBERA ESPRESSIONE DEL PENSIERO». Ho evidenziato questa affermazione con il carattere maiuscolo, in quanto ha una portata veramente considerevole. La libertà di pensiero è limitata dal buon costume, in quanto il pudore è ritenuto dalla legge un «valore etico della collettività». A questo punto bisogna stabilire quando si può parlare di offesa al pudore. La sentenza spiega che la tutela giuridica del pudore è contingente, cioè occorre calibrare il giudizio in riferimento al «sentimento della collettività in un dato momento storico». la conseguenza di questo ragionamento è che la giustizia, nel valutare la punibilità di un comportamento, deve verificare non se l'atto è in sé osceno, ma «se il medesimo abbia capacità o meno di offendere il pudore in un dato momento storico». Detta capacità di offendere è in relazione alla pubblicità dell'oggetto osceno. La legge incrimina tutte quelle condotte ritenute lesive o perché sono pubbliche (attività commerciale) o perché assumono carattere pubblico (distribuzioni o esposizioni). Inoltre la legge punisce anche tutti gli atti preparatori finalizzati ad una pubblica diffusione. Conseguentemente la Suprema Corte di Cassazione ha stabilito che l'osceno è perseguibile penalmente «solo quando sia destinato a raggiungere la percezione della collettività, il cui sentimento del pudore può solo in tal modo essere posto in pericolo o subire offesa» _____________ Bisogna considerare come l'oggetto o la manifestazione oscena siano pubblicizzati, cioè messi alla portata del pubblico, o di un certo pubblico. Ed ecco che si arriva al PUNTO CHIAVE. Se i comportamenti osceni sono da valutare in rapporto al mutevole e contingente parametro del comune sentire «allora è inevitabile riconoscere che anche il grado di pubblicità della manifestazione oscena o raccapricciante ... andrà soggetto ad inevitabili variazioni della sensibilità collettiva frutto della mutevolezza storica dei costumi e dell'evoluzione culturale della società». Sulla base di questo presupposto il giudice constata che oggi c'è una «diffusa tolleranza da parte della generalità degli individui verso certe forme di circoscritta o riservata diffusione dell'osceno e di oggetti e di immagini dal contenuto particolarmente violento o ripugnante». Quindi, siccome con il passare del tempo il comune senso del pudore si è modificato in senso più tollerante, la pubblicazione di Psycho Pathia sarebbe punibile solo se fosse stato diretto indiscriminatamente alla generalità del pubblico. Oggi il pubblico tollera l'osceno se diretto e diffuso in ambiti particolari. La «stampa di una pubblicazione a fumetti di contenuto pornografico, violento e impressionante, destinato esclusivamente a soggetti maggiorenni come la dicitura impressa in copertina certifica, e senza che l'oggetto l'oggetto della rappresentazione grafica sia in alcun modo reclamizzato all'esterno con immagini esplicite e percepibili da chiunque», non può offendere OGGI il comune senso del pudore. Il «sentimento del cittadino medio Š non è leso dalla commercializzazione in forma riservata» di tali prodotti. _______ Nel caso di Psycho Pathia addirittura la dicitura sulla copertina "il fumetto più violento e ripugnante mai disegnato" «rappresenta anzi una garanzia che l'acquisto da parte del pubblico maggiorenne costituisca il frutto di una scelta consapevole e volontaria, non imposta indiscriminatamente». |
______ L'assoluzione del volume di Martìn è pronunciate per insussistenza del fatto, proprio grazie al ragionamento sopra riassunto. In più un ulteriore rinforzo arriva dalla considerazione che l'autore non ha posto in luce favorevole le vicende narrate. Segue una descrizione dell'opera talmente ben riuscita da meritare di essere qui riproposta: «Il racconto di Martìn è indubbiamente crudo, reso con un segno scarno e tagliente che rappresenta un vortice di omicidi, violenze sadomasochistiche, abusi di minori e scene truculente, in atmosfere claustrofobiche dove la crudeltà - non soltanto fisica, ma più sottilmente mentale - è provocatoriamente mostrata al suo apice come fine a se stessa ... il ritmo secco, senza pause della narrazione e la fredda, asettica precisione chirurgica delle immagini appaiono finalizzati a porre il lettore a contatto con la violenza in modo brutale, senza mediazioni intellettuali ... il nudo realismo ... del racconto per immagini suscita un effetto cauterizzante ed un istintivo disgusto e distacco dalle vicende narrate». |
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Il Giudice Bernazzani, estensore della sentenza, prende infine atto dei riconoscimenti internazionali a favore dell'opera e ordina il dissequestro dell'opera. ______ Anche questa vicenda ha quindi un lieto fine. Pur partendo da presupposti restrittivi (libertà di espressione limitata dal comune senso del pudore) si arriva comunque all'assoluzione dell'imputato. Oggi il comune sentire lo permette. Ma un domani ...?
ULTIM'ORA ______ Edizioni Topolin dovrà affrontare il secondo grado del processo, in quanto il tribunale ha fatto ricorso. Sembra, quindi, che la prima edizione dell'opera rimanga sotto sequestro. Il caso sta diventando veramente problematico e serio.
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