|
Gli abissi ripugnanti
disegnati da Martìn di Thomas Martinelli per Il Manifesto,
8/8/95
La tonda bomba del
marchio riesplode in modo deflagrante e la Topolin Edizioni
torna alla ribalta della cronaca. La piccolissima casa
editrice con sede a Milano si pone ai margini più
estremi della comunicazione fumettistica. La sua prima
uscita semiclandestina di tre anni fa - quel truculento e
discutibile Hitler = SS dei francesi Vuillemin e Gourio -
fece molto scandalo per il modo irriguardoso con cui veniva
trattata la vicenda degli ebrei nell'Olocausto. Lo stesso
impatto sconcertante sembra cercarlo con la sua ultima
uscita. Psycho Pathia Sexualis di Miguel Àngel
Martìn si presenta già come una confezione di
veleno per ratti. Tutta nera la copertina salvo le scritte
con le avvertenze in alto - una X segnala pericolo mentre
sull'altro lato si precisa chiaramente che è
«Proibita la vendita ai minori di 18 anni» -
l'albo di 64 pagine b/n si autodefinisce «il fumetto
più violento e ripugnante mai
disegnato!».
Tant'è che ha
già subito un sequestro per oscenità ordinato
in aprile dalla procura di Cremona, confermato dal Tribunale
della libertà «in quanto in essa la violenza
(omicidi, squartamenti, suicidi) rappresentata nelle forme
più impressionanti e raccapriccianti viene esaltata
come mezzo per soddisfare le più abnormi perversioni
sessuali».
In effetti nell'albo in
questione sono rappresentati con fredda crudezza brevi
episodi di perversione criminale a sfondo sessuale. Sono
storie scellerate tratte in parte dalla cronaca vera, in
parte ad essa ispirata, condite con un pizzico d'ironia ma
non abbastanza per disinnescare l'impatto shock delle
tavole. Vi troviamo serial killer, stupratori di bambini,
squartatori e peggio, spesso mascherati da
«normali» personaggi integrati nel sistema
sociale.
|
Ma seguiamo la
trascrizione della sentenza di maggio che chiama in causa
più di una questione attinenti ai fumetti e ai mezzi
di espressione in genere. Non viene accettata
l'innocuità del fumetto in questione che secondo la
difesa «al di là dell'ovvio, voluto e
sbandierato contenuto violento e ripugnante della
pubblicazione è paradossale e fantastica al punto di
non poter essere in alcun modo imitata».
Anche Daniel Defoe
dovette giustificare nel 1722 la pubblicazione delle gesta
di Moll Flanders, prostituta e avventuriera, come esempio da
non seguire. Sicuramente un artificio per schivare censure e
biasimi, l'«homo economicus» a favore di una
storia appetibile anche sul piano commerciale.
Anche Massimo Galletti
nell'introduzione a Psycho Pathia Sexualis
manifesta i suoi dubbi a riguardo: «Conosco autore ed
editore, li stimo. Ma leggendo un libro come questo non
può non sfiorarti il sospetto che alla base di tutto
ci possano essere anche, o in parte, intenti commerciali,
forse addirittura pensieri repressi che, camuffati da
pamphlet sono diventati piaceri espressi».
Insomma gli avvertimenti
esclamati in copertina, lo scandalo creato attorno, il
prurito per le cose maledette ad alto voltaggio abilitate
alla fruizione in quanto informazione e documentazione sulla
realtà hanno contorni ambigui. Ricerca della
verità o della sua spettacolarizzazione? E quanto
vale l'attenuante che gli eventi accadono comunque? La
stessa problematica investe il diritto di cronaca,
soprattutto in televisione, e la scelta di come presentare i
fatti visivi, con quanti e quali dettagli, e con quali
finalità. Le descrizioni ben disegnate di
brutalità insostenibili di questo albo, dall'impatto
emotivo sconcertante, lasciano allibiti perché
l'effetto splatter è verosimile. Lo stomaco si
rivolta e la coscienza si sente a forte disagio soprattutto
perché queste vignette sono più vicine al lago
di colmo di rwandesi uccisi visti in tv che alle mutilazioni
ad effetto dei film horror.
Proseguiamo con la
sentenza, la difesa faceva presente «che l'autore, lo
spagnolo Miguel Àngel Martìn, è stato
designato in patria come"autore rivelazione dell'anno ed
insignito, per detta pubblicazione, del primo premio al
decimo Salon Internacional del fumetto di Barcellona».
La manifestazione catalana si affianca senza dubbio per
prestigio e importanza ai maggiori convegni europei di
comics e sono innegabili le doti espressive del giovane
autore di Leon dal segno nitido ed efficace. Nell'ambito del
Salon , esposizione e catalogo dell'opera di Martìn
hanno avuto il patrocinio del Ministero della cultura
spagnolo, del comune di Barcellona e del giornale El
Paìs.
|
|

__
|
Martìn, che
realizza strisce quotidiane per La Cronica e collabora
abitualmente a Cambio 16, è stato considerato dal
settimanale americano Time come uno dei migliori autori
europei per il contrasto tra la semplicità del suo
segno e la crudezza delle sue storie. Dunque ci sono diversi
modi di considerare l'opera espressiva di un individuo. La
valutazione può essere tecnica (e Martìn ha
sicuramente le carte in regola), artistica, sociale, morale,
ecc... In sintesi il fumetto bandito ci dice questo: questi
eventi, seppure marginali ed estremi, avvengono ci piaccia o
no. Gli episodi a vignette non fanno che riproporli in tutta
la loro delirante crudezza con un pizzico di distacco
ironico da parte dell'autore. Al lettore il compito di
trarne le conclusioni.
Chi scrive si ritiene un
lettore critico e ha reagito istintivamente con sofferente
negatività alla lettura di questo fumetto. Con sforzo
di analisi ha cercato di individuare i pregi e le ragioni
dell'operazione. Ma di figli che squartano i propri
genitori, di bambini abusati sessualmente, di atti di
cannibalismo e di altro già si sa e ci s'indigna.
Allora qual'è lo scopo di un fumetto del genere?
Quale informazione e riflessione aggiunge? Dove finisce la
libertà espressiva - anche nelle sue forme più
estreme - che difenderemo sempre contro qualsivoglia censura
e dove inizia l'apologia di reato?
Il Tribunale accoglie
anche la lettura critica
di Galletti,
direttore di Schizzo, il periodico Arcicomics di Cremona,
che scrive: «Miguel Àngel Martìn... sa
creare scenari possibili per atmosfere terribili, delineare
protagonisti purtroppo credibili...Psychopathia sexualis
è un libro ambiguo e pericoloso. Racconta storie
purtroppo vere, accanto ad altre purtroppo verosimili.
Racconta forse la fogna più fogna, il male più
male...». La critica, che si esercita liberamente come
confronto delle idee per lasciare alle coscienze individuali
il compito della sintesi e delle azioni conseguente,
è qui utilizzata per rafforzare il parere legale
avente come fine il sequestro. Non tutta la critica
però, se è vero che il riconoscimento del
Salon de Barcellona non ha avuto altrettanta
incisività.
La Topolin Edizioni fa
sapere con un comunicato
stampa che
«si riserva di dare un giudizio morale sul sesso e la
violenza che vengono proposti quotidianamente su tutti i
mezzi di comunicazione - e conclude -. Se c'è
libertà di espressione che sia per tutti». E
intanto prepara la prossima uscita per novembre di Ernesto
Che Guevara, dignitosa opera di tutt'altro tenore scritta da
Hector Oesterheld e disegnata da Alberto e Enrique
Breccia.
|